Ci ho messo circa cinquant’anni per capire che essere sereni non era sbagliato. Ho vissuto tutta la vita con la colpa di aver vissuto con un padre violento, pochi soldi e poco cibo e un corpo marchiato anzitempo. Cresciuta poi in vari collegi, dove le parole della chiesa erano bontà, generosità o perdono, sapevo esattamente che mi aspettava la vita vera, quella pronta a colpirmi di nuovo. Il pensiero ricorrente è diventato quello che da chiunque e in ogni situazione poteva arrivare un pericolo da cui bisognava difendersi. La mia perenne condizione di allarme era un alone che mi circondava e che si spandeva come un’onda scura. L’esistenza non prevedeva leggerezza perché lasciava spazio a possibili errori e conseguenze pesanti. I problemi andavano affrontati con fatica, sottolineati, ricordati come un monito. È qui che si è inserito il pensiero del Dr. Comello. In un incontro che non mi riguardava personalmente, ma una carissima persona a cui sottolineavo continuamente che era in difficoltà, mi ha fermato: “Adesso siamo in un altro momento, se continui a pensare che c’è un problema, quello continua a esistere”. Il seme del dubbio ha cominciato a insediarsi nella mia mente aprendo una crepa e lasciando entrare uno spiraglio di luce. Ho capito che potevo, dovevo, lasciare andare, cristallizzare il passato lì dov’era. Non riuscivo a concretizzare quel pensiero e quindi mi sono sottoposta al metodo del Dr. Comello con ipnosi e con terapia neurosensoriale. Ho finito il mio percorso ed è rimasta in me la certezza che tutto ciò che ho vissuto mi ha segnato, ma il presente e il futuro non sono il passato e vanno accolti e vissuti. Chi mi vive accanto mi ha detto che mi vede e mi sente “libera” e non poteva essere il complimento migliore.
S. 66