La relazione e la conseguente comunicazione del medico e del personale sanitario con il paziente, i famigliari e i caregiver è una componente essenziale del progetto terapeutico e dei suoi risultati. Il paziente non ha solo la necessità di trovare adeguate competenze per le sue problematiche, ma ha bisogno di sentire che chi di queste di occupa, si prende cura di lui. L’iter prima diagnostico e successivamente terapeutico è caratterizzato da ansie e pensieri spesso inadeguati che influiscono in modo determinante sui risultati della cura. La fiducia nella terapia è una componente essenziale, ma la fiducia nella cura è determinata, a sua volta, dalla fiducia nei confronti del medico e di tutta l’equipe diagnostica e terapeutica. E’ noto, e le ricerche in merito ne danno prova, di quanto un atteggiamento positivo e fiduciario nei confronti di tutto il processo terapeutico influisca in modo determinante sul risultato e quanto il contrario influisca in modo assolutamente negativo. La medicina di oggi non puoi essere, al di là delle note difficoltà strutturali, relegata ad azioni tecniche che non tengono conto del fattore umano e che questo passa attraverso la comunicazione. Oltre al paziente i famigliari sono interlocutori, necessari e fondamentali, cosi come le altre figure che se ne occupano a livello diverso. I famigliari vivono spesso, oltre all’inevitabile ansia e angoscia verso il malato, anche un devastante senso di impotenza che potrà influire negativamente sull’azione terapeutica. A sua volta poi il familiare e/o caregiver dovrà condividere con l’equipe terapeutica una comunicazione coordinata con il malato. Una adeguata, strategica, funzionale comunicazione sarà quindi necessaria nella consapevolezza della sua importanza. Un programma interattivo che pone a confronto l’etica della professione con l’obiettivo della cura.
Walter Comello