La mia esperienza 4

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I  pazienti nel loro percorso terapeutico utilizzano la Terapia Neurosensoriale come acceleratore dei processi terapeutici. Qui di seguito alcune testimonianze della loro prima seduta.

Le testimonianze sono firmate con l'iniziale del nome e l'età al momento della stesura del testo.

I. 50

Un’esperienza direi “strana”, inizialmente insopportabile, tanta paura, volevo chiedere di smettere, sembrava mi scoppiasse la testa, il piano armonico si spostava in avanti (sembrava). Poi, man mano preferivo i momenti dove c’era più frastuono a quelli più calmi. Non sono riuscita molto ad estraniarmi, pensavo a dopo, a domani ecc. Ogni tanto mi rendevo conto di avere delle parti del corpo contratte e le mani gelide. Ora però non ho più il peso sullo stomaco e il fiato in gola come ho avuto tutto il giorno prima di arrivare.

B. 40

Il suono e le vibrazioni del piano armonico mi hanno portata a percepire la mia rigidità fisica. La cervicale, i denti, la mandibola e la parte frontale della testa sono le zone, con le spalle, dove ho sentito di più, sia come dolori che sensazioni. La sensazione più forte, marcata dai suoni, è la paura. Nasce dalla parte alta dello stomaco fino a sentirne la sua forza e rigidità sul torace. Al termine della seduta, quando ho riaperto gli occhi, le immagini sono offuscate.

S. 48

E’ stata un’esperienza che mi ha turbata a tal punto da causare il pianto. Mi sono vista inizialmente su una spiaggia vestita da samurai a combattere contro qualcosa che non sono riuscita ad identificare, sullo sfondo alla mia sinistra vedevo un bellissimo tramonto arancione, di fronte a me tante nuvole che si allontanavano. Percepivo un fastidio alla testa, quasi un bruciore e una maggiore stimolazione sulla schiena dove sono impiantati gli elettrostimolatori. Mi tornavano alla mente momenti vissuti nella mattinata: una visita medica e una lite con mio figlio. Più volte ho visto mio nonno materno. Poi di colpo mi sono ritrovata chiusa in una stanza ovale con tante porte e pareti rosse. Tentavo di uscire senza riuscirci. Chiamavo mio marito perché mi aiutasse, ma senza risultati. Poi di colpo una porta si è aperta, vedevo un cielo azzurro e mio marito, ma non sono riuscita ad attraversarla. Sono rimasta a terra piangendo.

E. 39

Per tutta la seduta ho avuto un senso di pesantezza fisico e mentale, non sono riuscito a rilassarmi. Concentrandomi sul suono avevo la sensazione di ondeggiare, sensazione che durava poco perché mi veniva da controllare la percezione. Ho avuto un senso di disagio profondo, antico, che mi ha scatenato la voglia di urlare, come se rifiutassi tutto il mondo esterno: nessuno deve entrare e soprattutto non ho bisogno di nessuno.

C. 33

Bellissimo!!! Non conoscevo questo strumento ed è stata una bella sorpresa sia vederlo che provarlo! Mi è piaciuta la sensazione fisica che si prova per via delle vibrazioni ed il profondo collegamento al corpo che produce. Sentivo elettricità nelle dita di mani e piedi. L’unico dolore fisico che ho provato è stato nella parte sinistra del collo, ma è diventato sempre più debole man mano che lo strumento vibrava e con lui il mio corpo e mente. Ho cominciato presto a vedere una grossa nave che navigava su un mare scuro e un po’ mosso, ma non mi spaventava. Le vibrazioni mi ricordavano il suono del motore di queste grosse navi. Poco a poco ho percepito il dondolare della nave nel mio corpo e mi è sembrato di seguirlo. Ho visto poi sott’acqua molto lontano dalla superficie un blu profondo e crateri sottomarini. Poi sono seguite tante immagini di natura come canyon, foreste tropicali, ma comunque soprattutto di acqua. Non ricordo di aver mai pensato a nulla che fosse collegato alla mia storia o problemi vari. C’erano solo le vibrazioni, il mio corpo in uno stato di percezione elevato e immagini di Natura selvaggia. Ad un certo punto ho visto un anaconda che aveva questo stesso dondolio della nave per andare avanti sulla sabbia. Questa immagine del serpente è rimasta a lungo finché non ho cominciato anche io a seguire con la mia testa questo stesso movimento. Tutto con molta calma e cercando di lasciarmi andare sempre di più. Sentendo un’armonia sempre più forte con le vibrazioni ed il loro bellissimo suono, ho cominciato ad imitare con la mia voce questi suoni bassi. Tra l’altro sentivo un effetto più piacevole con le vibrazioni gravi perché riuscivo a sentirle di più nel copro e sulla superficie. Questo corpo si faceva sempre più leggero e forse inesistente. Alcune immagini di rituali mi sono anche venute in mente con fuoco e danza. Questo strumento ha un grande potere di spaesamento su di me. Quando le ultime vibrazioni si sono fatte sentire e hanno poi risuonato ho sentito molta pace e calma, come se le vibrazioni avessero creato una specie di scudo protettivo del quale l’epicentro era il mio corpo.

D. 62

Un bell’inizio: sono in riva al mare, penso ad una spiaggia in Sardegna, mare turchese, sabbia bianca. Felicità. Sono con un uomo, corriamo, ridiamo, ci spruzziamo l’acqua. Mi pare che ci sia anche un cane che corre con noi (mai avuto cani). Entro nell’acqua con i piedi, sento le onde e gli spruzzi. Dal mare sono andata a casa (casa mia? In realtà non c’è) in riva al mare e ho visto che stavo disegnando il fico degli ottentotti, col suo bel colore porpora e le foglie di un verde intenso. Colori molto vivi. Cambia scenario: sono in riva al fiume Sesia, dove da ragazza mi portavano i miei. Acqua ancora azzurra, tanti sassi. Senso di solitudine di oppressione. Comincio a piangere (davvero) e inzuppo la mascherina. I suoni mi danno fastidio. Mi trovo immersa nel nero, non so se sono in una stanza o nel nulla, ma è tutto nero. Non so come fare ad uscire, non ho punti di riferimento. Continuo a piangere. Poi momento di stasi. Poi il nero si schiarisce, diventa un colore neutro, tra il beige e il bianco. Poi mi vedo di sera, dopo il tramonto quando il cielo diventa blu prima di diventare nero. Vedo sagome di alberi, sono forse al limitare di un bosco, in montagna (mi sembra Graglia, dietro il santuario). Finisce l’esperienza. Colore, tanto colore nell’esperienza: TURCHESE del mare, BIANCO della spiaggia, VERDE e PORPORA del disegno, AZZURRO del fiume, GRIGIO dei sassi (CHIARO), NERO, BIANCO/BEIGE, BLU.

D. 56

La cassa armonica: inizialmente una sensazione quasi di fastidio, man mano il mio corpo si è lasciato andare fino ad avere ovattate immagini di me bambina con mio padre, visioni fugaci, mal definite, ovattate, ma positive. Le variazioni di armonia mi hanno portato a un rilassamento che cercavo di frenare, ma che hanno avuto il sopravvento. Al termine la mia sensazione è stata: mancanza di voglia di “tornare” in me, il corpo pesantissimo e la testa ovattata. In questo momento sto facendo fatica a scrivere, mi sento meravigliosamente serena, mi sento completamente “svuotata”. Ora vorrei trovarmi a casa sola a godermi questo benessere “ovattato”.

M. 24

Quando le corde hanno iniziato a vibrare ho iniziato a percepire il mio corpo sempre meno fino a non sentire più braccia e gambe. Il suono mi piaceva e mi sembrava “cosmico”, diverso dai suoni che si è abituati a sentire. La sensazione è stata di pace, come se mi trovassi in un tempio orientale, lontano dal caos. La sensazione di distaccamento dal corpo è stata più intensa che con l’ipnosi, specialmente alla fine quando le corde hanno smesso di vibrare. Le vibrazioni erano concentrate sulla testa, in particolar modo su fronte e occhi.

R. 50

Sono entrato in contatto con la mia respirazione ascoltandola, senza pensieri e distrazioni. Ho avvertito fastidi, formicolii o dolori all’anulare mano dx, tallone e caviglia sx, alle reni. Dopo circa 7-8 minuti mi sono lasciato andare con le spalle, dopo altri 5 minuti spalle sempre più rilassate. Poi quando ho cominciato a respirare con il diaframma ho avvertito la pancia come un grosso sasso, pesante, un “blocco unico” e dolore in espirazione al fegato e inspirazione alla milza. Poi ho avvertito un formicolio e lieve dolore alla mano destra (più intenso all’anulare), avambraccio sinistro e ginocchio sinistro (come una puntura profonda). Pensiero e mente, totalmente assenti! Mi è sembrato di essere stato molto più tempo dei 30 minuti trascorsi insieme alla dottoressa. Pochissimi secondi con l’immagine di mio figlio R. e poi del piccolo M. Per il resto pensiero assente dall’inizio alla fine. Verso la fine ho avvertito dolore alla fronte, come quando sono stanco mentalmente, pochi secondi: ma è la stessa sensazione di quando sono molto provato dallo stress. Ho un senso di pace, tranquillità, la stessa che mi accompagna dopo ogni incontro con il Dott. Comello.

V. 51

Ho freddo, non sto comoda, vedo un muro molto alto, pericolante, predomina il colore bordeaux forse sono delle tende, non vedo sfondi, poi della polvere di neve che scivola vicino ad un albero. Si trasforma in acqua leggera, non vedo paesaggio, ho freddo. Il lavoro, il mio superiore mi crea disagio, ho male alle ossa: coccige, nuca, gomiti, ho freddo. Il rumore è molto forte, ma piacevole. I 4 elementi: muro (tenda o colore), neve e acqua sono presenti durante tutta la seduta. Non so se è stata piacevole!

P. 51

Distesa sul piano armonico ho provato una sensazione di solitudine e freddo intorno a me. Al primo suono una sensazione quasi piacevole, i suoni aumentavano sempre di più e aumentava un’agitazione in me stessa sempre più forte, il suono che martellava alla testa era così forte che la voglia era di scappare via. Intorno a me ho iniziato a vedere tante maschere, tutte bianche con bocche larghe che mi gridavano addosso, erano davanti a me, sopra di me, intorno. Sono scoppiata in un pianto catatonico da sentire dolore alla gola, quasi da non riuscire a respirare, colpi di tosse. Ad un certo punto un suono diverso mi ha tranquillizzata, era un suono più sottile, più docile e ho visto il viso di mio papà non più vivente, come se mi dovesse dire: ci sono io anche qui. Poi di nuovo il tremore intorno a me. Di nuovo quelle maledette maschere che gridavano, spuntavano braccia come se mi volessero tirare verso di loro, ma ero un po’ più tranquilla con me stessa, sapevo che non ero sola!!!! Nello stesso tempo avevo una voglia di gridare a voce alta!!!!E’ stata un’esperienza molto forte. Credo di avere tanto da buttare fuori, ho tante cose che trattengo dentro di me, le grida, le urla non fanno parte della mia persona, ma il piano armonico mi ha fatto capire come a volte parlare a voce alta mi aiuterebbe, anche se intorno a me ho delle persone che mi darebbero della matta. E quindi credo che non sia la sola e unica cosa che serve nella vita di tutti i giorni!!!

D. 36

La potrei definire un’esperienza forte, all’inizio non si ha ben chiaro a cosa si andrà incontro, cosa si proverà, ma quando le prime corde iniziano a vibrare e le si sente risuonare dentro, le emozioni affiorano, la calma si fa più forte e ci si lascia andare al suono, che dapprima è calmo e poi diventa impetuoso come se si volesse proprio far spazio dentro. Quando la calma di vibrazioni e di suoni torna a farsi viva, l’esperienza vissuta lascia (a me) un senso di pace e si sentono vibrare ancora dentro le onde. Sentivo il bimbo muoversi alle onde della musica.

F. 28

Ho avuto la sensazione di trovarmi in un sogno; mi trovavo in un bosco, il cielo era scuro ed io correvo angosciata, strappandomi i vestiti e piangevo. Mi sentivo pesante e con quella corsa tentavo di scappare e di liberarmi da ogni cosa. Intorno a me non c’era nessuno. Alla fine di questa corsa trovavo il vuoto e mi lanciavo in esso, provando una sensazione di pace profonda. Mi ero lasciata tutto alle spalle e stavo sospesa nel nulla. Per alcuni istanti ho immaginato di trovarmi anche rannicchiata in posizione fetale, intenta a liberarmi da tanti fili che mi avvolgevano impedendomi il movimento. A tratti ho visto il volto di mio padre, poi quello di mia madre e poi altri volti di persone con cui oggi ho avuto problemi al lavoro. Ho sentito poi la rabbia e il desiderio di allontanare queste immagini dalla mia mente per poter pensare solo a me. A livello fisico ho avvertito un intenso formicolio nelle mani e nei piedi, ma soprattutto delle vibrazioni più forti in corrispondenza della testa e della pancia. Sebbene io abbia pianto ed abbia provato angoscia ed inquietudine, mi sento ora molto calma e rilassata.

V. 41

L’impressione iniziale è stata quella di un suono orientaleggiante, quasi subito associato ad un movimento ondulatorio che mi ha ricordato quello dell’acqua. Mi sono immaginata immersa in un moto d’acqua , così come ho raffigurato nella mia mente mio figlio/a analogamente immerso in un liquido. Ho pensato al suo benessere in quello stato e quindi al mio in una condizione simile.  Così come lui/lei sta bene in questo momento, posso stare bene anch’io. Mi sono poi concentrata sulla ripercussione che quel suono continuo poteva avere sul mio corpo, sull’addome, sulla nuca e infine nella parte iniziale della trachea, dove si concentra il mio disturbo. Ho immaginato che lì stazionassero nuvole cariche di pioggia e che ogni oscillazione prodotta dal suono le svuotasse liberandole a poco a poco dal liquido che cadeva in basso, verso lo stomaco. Mi sono stupita della quantità d’acqua che queste portavano (che sembrava non finire mai), tanto che al passaggio dal suono continuo ai rintocchi ho provato una sensazione di sollievo immaginando a ciascun rintocco qualcosa che si allontanava sempre di più.

S. 44

In questo preciso istante sorrido, ma l’esperienza del piano armonico è stata contraddistinta e a sprazzi anche durante dal pensiero “S., dai concentrati, cerca di sentire che poi devi riportare l’esperienza” e quindi, come a volte capita durante l’ipnosi, c’è l’autoimposizione a cercare di sentire qualcosa e ad immaginare luoghi.

In realtà avevo delle visioni del mio corpo.

  • Sensazione iniziale: uno scanner che mi gira intorno mentre resto ferma e distesa e che circola intorno al corpo partendo dalla testa e arrivando fino al basso addome.
  • Seconda immagine: dall’alto della nuca veniva buttata aria nella mia testa come a volerla ossigenare e il colore interno della mia testa era grigio (credo che questa visione possa essere stata aiutata anche dalle immagini colorate dell’apparato respiratorio che mi sono apparse ieri su internet per spiegare l’attività del russare). In questo frangente, e solo in questo frangente, la sensazione di trovarmi in una miniera dove si lavorava sul mio corpo. “Si lavorava” lo dico in terza persona perché non ho avuto immagini di altre persone in quest’esperienza se non solo in un primissimo momento quando i primi suoni mi hanno riportato all’immagine di una tribù (come quella che accoglie Checco Zalone nel film Quo Vado?). Comunque torno a parlare delle sensazioni che si spostavano al mio corpo.
  • Il mio corpo è come se venisse svuotato e lo vedo internamente. Sotto la pelle vedo chiaramente uno strato giallo delimitato da una pellicola rosso scuro. Troppo limpida come immagine. Mentre quest’immagine “quasi di purificazione avanza fino al basso addome, ho percepito un piccolo fastidio alle ovaie (come prima di un periodo mestruale).
  • La sensazione seguente è stata di sentire la pelle del mio viso e secondariamente un po’ del torace che veniva raschiata (come quando si raschia il ghiaccio dal parabrezza).
  • Ultima sensazione riguarda le mie gambe (dal bacino a metà coscia) quasi immobili e molto pesanti e sul finire talmente tanto pesanti, come se avessi corso 20 km, da pensare “ma quando finisce questa esperienza”?

P. 52

Nella fase iniziale vibrazioni piacevoli in tutto il corpo. Vibrazioni omogenee e distensive. Poi l’intensità delle emozioni è aumentata nella parte alta del corpo, dal cuore in su, fino alla testa. E’ apparsa, tra le nuvole bianche che si allontanavano, l’immagine di mio fratello. Mi sono scese le lacrime e ho sentito il mio respiro più forte e affannato e una sensazione di caldo a livello fronte/naso. Poi sono stata di nuovo bene.

E. 14

Durante quest’esperienza inizialmente mi è venuto in mente un ricordo, per me traumatico, la morte di Vanille la mia cagnolina e in seguito molti momenti dove c’eravamo io e lei, facendomi venire da piangere. Poi ho sentito in certi punti della mia schiena e della mia spalla sinistra fino al polso, delle vibrazioni più forti che sono state per la maggior parte del tempo dolorose e poi man mano sempre un po’ di meno. Nella parte destra dell’addome ho sentito degli aghetti che si infilavano e invece nella parte sinistra per un momento ho sentito come camminare. Durante la seduta ho provato come uno stato di ansia che non era però del tutto ansia.

P. 54

Mi trovo in una foresta, avvolta da foglie grandissime, umide e coperte di fango. Precipito nel vuoto, è una sensazione “quasi” piacevole. Mi osservo a distanza, ho la sensazione di essermi sdoppiata. Mi trovo in mezzo ad un piazzale e sto osservando una cassa da morto di colore chiaro, ho la certezza che all’interno c’è mio zio.

R. 59

Il mio primo approccio al piano armonico è stato positivo, anticipato da sentimento di sospetto, curiosità e tanta, tanta speranza, alimentata dal mio desiderio di pace, consapevolezza, senso esistenziale ed energia. Ho avuto attimi di incertezza nella visualizzazione delle nuvole che dovevano portare via i miei pensieri, ovvero se dovevo accompagnare le nuvole o collocarmi su un punto fermo. Ho accolto con piacere le vibrazioni desiderando che il suono diventasse anche una piacevole melodia musicale. Ho cercato di armonizzare la mia razionalità che cerca il senso vero delle cose, con il desiderio di lasciarmi andare, di abbandonarmi, di affidarmi visualizzando le vibrazioni come una espressione fisica della forza divina che pervade la terra. In questo modo ho immaginato una forma di collegamento armonico tra il piano fisico e metafisico che qualificasse la vibrazione stessa, attribuendole una maggiore suggestione ed autorevolezza ottenendo il “nulla osta” della mia razionalità e dando valore alla mia azione di affidamento e di abbandono. Non ho avvertito sensazioni fisiche particolari solo la solita sensazione di contrizione al collo collegata al crampo, ragione per la quale ho accettato di sottopormi a psicoterapia, ma devo riconoscere che ho immaginato che qualsiasi nodo mentale si sciogliesse e si perdesse nella vibrazione. Per un momento sono riuscito a immaginare che il mio Io, ovvero il Sé, si espandessero in una entità più universale quasi che riuscissi a disidentificarmi rispetto al mio solito Io identitario, riconoscendo, quasi naturalmente, che l’essenza della mia esistenza, del mio essere, andasse oltre la solita visione di me stesso. In un frangente mi sono chiesto se non avessi difficoltà, una volta terminata l’esperienza vibrazione, a ritrovarmi nel solito Io definito avvertendolo forse come limitato e faticoso. L’esperimento è terminato lasciandomi il desiderio di continuare e di individuare un percorso consapevole per raggiungere un senso di rilassamento e abbandono ancora più intenso e profondo. Aggiungo che mentre all’inizio il respiro lungo e profondo era un po’ forzato e volontario, successivamente pareva che si svolgesse naturalmente.

M. 25

Sensazione di inquietudine per gran parte dell’esperienza. Difficoltà e paura a lasciarmi completamente andare. Inizialmente diffidenza nei confronti del metodo. Durante l’esperienza mi rendevo conto di non essere rilassato (alcuni muscoli erano tesi ed altri “scattavano”). Al termine della seduta avvertivo un tremore diffuso, specialmente alle gambe, tipico dei momenti di paura. A dispetto di alcune sensazioni non esattamente positive, sentivo la voglia di lasciarmi andare. In questo momento provo una lieve necessità di piangere ed al tempo stesso mi sento sollevato. Sensazioni dominanti in breve: tristezza, inquietudine, paura, sollievo.