E’ difficile spiegare cosa succede quando la tua malattia si sostituisce a te. Lo si capisce solo provandolo, ma non basta; lo si capisce una volta guariti, una volta che tu torni ad essere e la malattia sta relegata nel suo piccolo, giusto spazio. A me è successo: prima mi sono ammalata e poi sono diventata la mia malattia. Iniziano tutte e due con la lettera E: E. non c’era più, c’era Endometriosi al suo posto. Una malattia subdola, che ti costringe a rallentare il passo e intraprendere un cammino fatto di incertezze, paura, esami, specialisti, interventi chirurgici e (non)cure, una malattia che, nel mio stadio, ha intaccato altri organi, la mia femminilità, ha aderito alla mia anima. E’ proprio a questo punto che inizi ad accorgerti che non va bene: quando inizi a spegnerti e ad annullarti, quando dimentichi desideri e bisogni e vai avanti condizionata dalla tua malattia. Per pura casualità mi sono rivolta al Dottor Comello. Senza capire perché, senza rendermi ben conto di cosa mi stava succedendo, per istinto e per fortuna, ho cercato aiuto; ma non pensavo che invece sarei guarita dall’endometriosi. Le prime volte, chiedevo soltanto che mi aiutasse, dopo anni, a non sentirmi più malata, poi ho iniziato a sentirmi meglio anche sul piano fisico, poi ho capito quanto mi ero complicata la vita per sfuggire a verità scomode da ammettere. L’endometriosi è stata la risposta del mio corpo nel momento in cui mi sono fatta la richiesta di diventare mamma. Una condizione che, in quel momento e in quelle circostanze, in realtà non faceva per me; so cucinare bene, ma non vorrei fare la cuoca… so che sarei stata una brava madre, ma non mi sono mai vista con il pancione o un passeggino da spingere. La verità è che queste immagini mi procuravano un po’ di angoscia, evidentemente più forte del desiderio. Oggi, non ho più paura a dire questo. Oggi, scrivendolo, ne sorrido, con tenerezza verso di me. Oggi, posso dire grazie all’amica che, arrivata dal nulla, mi ha indirizzata in questo percorso e avere una grande riconoscenza nei confronti del Dottor Comello che mi ha guidata ed essere anche grata a me stessa, per averci creduto e non aver desistito. A chi lo vorrà intraprendere sappia che non sarà un percorso facile: ore di viaggio, costi che vanno a sommarsi a tutti i soldi già spesi per la malattia (eh già! Perché l’endometriosi è anche molto dispendiosa!), permessi dal lavoro, discussioni con chi non capisce e non ci crede…difficoltà pratiche che affaticano e ti fanno venire voglia di abbandonare. Ma inizi a stare così bene, senti che ti fa del bene e intuisci che si tratta del tempo, della fatica, dei soldi meglio spesi in tutto il tuo percorso di malattia o meglio, di salute! Ancora una cosa, quando vi parleranno di parole, di semi e di terra… è proprio così, credeteci! E non solo, io sono convinta che semi piantati tempo fa, nel mio terreno, dovranno ancora germogliare e ne raccoglierò frutti ancora per molto tempo!
E. 44