Seguire le istruzioni equivale a eseguire ordini. Impazienza nello scorgere i due piani così contrapposti. All’inizio ho trovato difficile, frustrante, anche imbarazzante essere una sagoma, un corpo disteso sul piano attraversato da vibrazioni. Avevo voglia di aprire gli occhi, pensavo a come sentire il corpo, al godimento dell’esperienza. A sentirsi attivo nell’esperienza. Ho pensato ai soldi, a cosa faccio tutto il giorno, a come vivo, se vivo, una rabbia è salita, una pressione. Poi a poco a poco la calma, rimanere immobili è stato più facile, naturale. Ad un certo punto, un paio di volte, ho sentito una vibrazione alla base della colonna vertebrale. In quel momento ho ripensato a quella volta in cui, in uno stato di prostrazione, chiesi a Dio di darmi un segno della sua esistenza. Allora un brivido mi scosse la schiena. Forse credetti allora che lui esistesse. Alla fine ero sicuramente più sereno. “E se dovessi rimanere sul piano in esterno, attraversato da queste vibrazioni per sempre?” mi sono chiesto. Quando le vibrazioni sono cessate mi sono sentito soddisfatto. C’era presenza, ma non tensione. Centro, ma non bersaglio. Mi stupivo del fatto che questo sia considerato vivere. Com’è quando l’anima si starà staccata dal corpo. Dove sarà l’esistenza? A riallacciarmi le scarpe mi scappava da ridere, perché sapevo cosa facevo, ma non c’era l’ansia di farlo.