Sono donna. Ho 52 anni, con un vissuto burrascoso ed un presente ancor peggio. Da anni ormai subisco ed accetto i maltrattamenti, la violenza psicologica e il ricatto messo in atto da un coniuge per superare la sua fragilità e la sua insicurezza. Mai stato né amico né complice. Ho visto crescere anno dopo anno in lui solo rabbia, gelosia, disprezzo e mettere in atto strategie che potessero umiliarmi, offendermi, danneggiarmi. Ho permesso che accadesse tutto questo in nome della stabilità familiare, della mia non autonomia economica, dell'insicurezza, della paura e per molto tempo non ho voluto capire. Un giorno litighiamo... mi spinge… cado… sento molto male... piango... lui si infuria... vuole andarsene... lo fermo... ma sì… dai facciamo pace... mi vuole portare al supermercato per farmi contenta... io ho male... ma devo andare perché lui si sta arrabbiando. Mi chiederà anche di essere carina lui… io piango per il male… lui non si ferma... non mi guarda neanche e continua. L'indomani mi verrà riscontrata la frattura del sacrococcigeo. Passano 5 anni in cui tutto si evolve in peggio. Le minacce, le menzogne, il tradimento, gli insulti, il disprezzo, oggetti che volano per una camicia non stirata bene o un piatto con poco sale. Sono stanca, ma non voglio metter fine perché poi come mi mantengo? E dove vado? E cosa faccio? E ....... Un pomeriggio d'estate, una lite. Mi dà un forte schiaffo e poi con una violenza inaudita mi spinge… mi ritrovo per terra... sento male… gli chiedo aiuto... lui se ne va… gattono con fatica, cerco di trascinarmi su per le scale, cerco del ghiaccio... rimango distesa per ore sul pavimento fin tanto che lui mi porta a casa. L'indomani chiamo un taxi e vado al Pronto Soccorso. Mi viene riscontrata una frattura vertebra L4 con affondamento della limitante somatica. Anche i medici sosterranno che la spinta è stata davvero forte per fratturarmi cosi, considerata l'assenza di patologie ossee. Mi prescrivono antinfiammatori, codeina e un busto che mi blocca tutta la schiena con una prognosi di 90 giorni. Sono stanca, impaurita… mi viene la febbre post trauma… sono sotto shock, ma sufficientemente lucida e determinata a non prendere farmaci… non voglio… ho la mente... mi rivolgo a chi mi ha insegnato molti anni prima a riconoscere questo strumento e ad utilizzarlo. Chiamo il Dottor Comello. Con una seduta di ipnosi riesco a congelare il dolore tant'è che mi alzo, faccio la lavatrice, carico la lavastoviglie... non devo farlo. Mi viene insegnata in ipnosi una procedura molto semplice per arrestare il dolore in caso di necessità, con un semplice contatto delle mie dita il dolore si placa. Gestisco così tutto il decorso della mia frattura... senza una sola compressa... una sola bustina… e con lo stupore dei medici. Un risultato importante in un momento terribile dove l'autostima non c'è più. Possa quanto ho valuto raccontare essere di stimolo, di aiuto e di riflessione a chi lo leggerà e mi rivolgo alle donne: fermateli prima questi uomini e se nel vostro cammino trovate qualcuno “del mestiere” che accoglie il vostro dolore e vi guida ad una vita migliore, dategli retta… non fate come ho fatto io. Ciò che da giovane ti sembra difficile, a 52 anni quando la vita ti ha già segnata è “quasi” impossibile.
P. 52