CONSULENZA GRATUITA, IL MIO CONTRIBUTO IN UN MOMENTO DIFFICILE
Nel 2013 in Italia hanno chiuso in media 54 imprese ogni giorno, due ogni ora. Il costo della crisi non è elevato solo a livello economico ma comporta una serie di preoccupanti conseguenze anche a livello psicologico. Le ricerche degli ultimi due anni mostrano come, al crescere del numero dei senza lavoro, si registri un aumento dei suicidi e delle diagnosi di depressione, ma anche di casi di ansia, paura del futuro, bassa autostima, vergogna. Perché perdere il lavoro mette gravemente a rischio la propria identità. Nel 2012 sono state più di 70 le persone che in Italia, sull'orlo del fallimento a causa della crisi economica e schiacciate dai debiti, hanno deciso di togliersi la vita. Una media di quasi 6 suicidi al mese. La maggior parte dei suicidi si è registrata nel nord e a uccidersi sono soprattutto imprenditori; la crisi ha portato alla luce un disagio economico che ha colpito e colpisce le piccole imprese e di conseguenza i piccoli imprenditori che, in alcuni casi, trovano nel suicidio l’espressione estrema di reazione alla crisi finanziaria.
L’andamento attuale dell’economia e il repentino e instabile cambiamento delle contingenze politiche conducono le persone a ridefinirsi e a dover affrontare scelte impegnative anche nelle fasi di vita più mature. E mentre il posto fisso diventa sempre più un’utopia, il passaggio da una condizione lavorativa ad un’altra, la disoccupazione o persino la chiusura della propria azienda, portano di fronte agli occhi di tutti il fantasma dell’ignoto e la conseguente necessità di riprogettazione del sé. Tutto ciò che le persone avevano raggiunto viene messo in discussione e la perdita di stabilità economica viene ad essere spesso devastante. Se siamo diventati più consapevoli dello sviluppo evolutivo delle persone e dunque siamo più abituati a considerarne i cambiamenti cognitivi, emotivi, comportamentali e sociali, non siamo abbastanza pronti a gestire le transizioni lavorative, l’interruzione di carriera, le condizioni di mobilità e la perdita del proprio progetto di vita. L'opinione pubblica tende a concentrarsi quasi esclusivamente sul fenomeno dei dipendenti disoccupati, non considerando invece tutti quegli imprenditori che lottano ogni giorno per non far chiudere la propria azienda. L'impatto derivante dalla cessazione dell'attività aziendale ha quindi ripercussioni a più livelli: personale, familiare, collettivo e sociale che deve provvedere a costi sempre più ingenti. Il fallimento di un imprenditore non è solo economico, spesso viene vissuto da queste persone come un fallimento personale caratterizzato da sensi di colpa dovuti ad una incapacità a gestire la situazione, perdita di status, senso di impotenza ed oppressione che, in casi estremi, possono sfociare in disturbi del comportamento, aggressività e suicidio. Queste circostanze possono essere accentuate dalla mancanza di sostegno, flessibilità e tutela da parte di amministrazioni e istituti di credito che aumentano il senso di solitudine, oppressione, impotenza e disperazione degli imprenditori.
Alla luce di tutto questo, occorre intervenire e combattere l’emergenza occupazionale e il disorientamento individuale sempre più dilaganti attraverso la diffusione di una cultura di accompagnamento e sostegno alla persona. Se da un lato le opportunità lavorative diminuiscono, dall’altro diventa necessario operare secondo un’ottica preventiva e globale agendo su quei fattori individuali che, se trascurati, possono portare a conseguenze drammatiche. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli sportelli psicologici gestiti dagli enti locali, soprattutto nelle province del Nord, dedicati al sostegno di persone con problemi legati al lavoro e alla crisi economica, quasi inesistenste è il sostegno previsto per la figura dell'imprenditore, soggetto fortemente a rischio per le maggiori responsabilità e fondamentale per la soluzione economico-occupazionale.
Aiutare un imprenditore è aiutare con lui molte persone, aiutare un imprenditore è aiutare la sua famiglia e, con la sua, molte famiglie. Un dovere sociale e civile, etica della vita, che non soltanto può essere delegato alle Istituzioni, ma richiede scelte e disponibilità personali di una società sana.
Per quanto sopra, sono disponibile a dare il mio contributo per PER GLI IMPRENDITORI IN DIFFICOLTA',
ogni lunedì, dalle ore 15, presso il mio studio in Via Po 50, a Torino.
Per gli interessati e per appuntamenti: tel. 011/8129758. Ovviamente, gli incontri non comporteranno alcun costo.
IL PROGRAMMA E'SOSPESO DAL 1° SETTEMBRE 2016 PER LASCIARE SPAZIO AD UNA NUOVA EMERGENZA.
A PARTIRE DALLA SEGUENTE DATA LO STUDIO OFFRIRA' LA PROPRIA CONSULENZA AI SOPRAVVISSUTI DEL TERREMOTO IN ITALIA CENTRALE.
GLI IMPRENDITORI CHE STANNO GIA' SEGUENDO IL PROGRAMMA PORTERANNO A TERMINE IL PROPRIO PERCORSO TERAPEUTICO.