Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente: riguarda i bambini e adolescenti: la caratteristica di questo disturbo è persistente e grave irritabilità con due possibili manifestazioni. La prima è caratterizzata da frequenti scoppi d’ira a seguito di frustrazioni che possono sfociare in risposte verbali o comportamentali violente, la secondo manifestazione consiste in un umore cronicamente e persistentemente arrabbiato. Dal punto di vista epidemiologico coinvolge dal 2% al 5% della popolazione, il rischio di sviluppare questo disturbo dipende da fattori temperamenti (irritabilità cronica) e fattori genetici.
Disturbo depressivo maggiore: l’umore depresso deve essere presente per quasi tutto il giorno e per quasi tutti i giorni e oltre a ciò possono essere presenti modificazioni nel peso corporeo, del sonno, dell’attività psicomotoria (agitazione o rallentamento motorio osservabile), difficoltà a pensare, calo di energia, auto svalutazione, senso di colpa, difficoltà di concentrazione, difficoltà a prendere decisioni e pensieri di morte o tendenze suicide. Dal punto di vista epidemiologico coinvolge negli Stati Uniti il 7% della popolazione e con maggiore frequenza la popolazione femminile. Alcuni fattori che possono predisporre al disturbo sono di natura temperamentale e cioè una propensione ad una affettività negativa (nevroticismo), altri sono di natura ambientale; rispetto a quest’ultimo fattore si segnala che esperienze avverse in età infantile sembrano essere un importante fattore di rischio, così come le situazioni stressanti che possono determinare l’insorgere del disturbo. Anche i fattori genetici possono avere un effetto predisponente, i parenti di primo grado di persone affette dal disagio hanno una possibilità maggiore di sviluppare il disturbo.
Disturbo depressivo persistente (distimia): l’umore depresso deve essere presente per quasi tutto il giorno e per quasi tutti i giorni per almeno 2 anni. Per poter essere diagnosticato devono essere presenti almeno due sintomi di quelli qui di seguito elencati: scarso appetito o iperfagia, insonnia o ipersonnia, scarsa energia o astenia (debolezza fisica/mentale), bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione. Dal punto di vista epidemiologico coinvolge lo 0,5% della popolazione. Alcuni fattori sono considerati predisponenti come quelli temperamentali, cioè una propensione ad una affettività negativa (nevroticismo) e quelli ambientali, come ad esempio perdita durante l’infanzia dei genitori o la precoce separazione da questi. Fattori di natura genetica sembrano essere coinvolti in quanto le persone affette dal disturbo hanno con una maggiore probabilità parenti di primo grado affetti dal disturbo.
Disturbo disforico premestruale: le caratteristiche di questo disturbo sono la labilità dell’umore, l’ansia, l’irritabilità e disforia che si verificano durante la fase premestruale del ciclo e che terminano all’insorgere del ciclo o subito dopo. I sintomi devono avere un effetto negativo o sull’attività lavorativa e/o sociale e devono manifestarsi nella maggioranza dei cicli mestruali dell’ultimo anno. Dal punto di vista epidemiologico il “disagio” coinvolge 1,3% della popolazione. Alcuni fattori ambientali possono predisporre all’insorgenza del disturbo, in particolare: lo stress, traumi interpersonali, cambiamenti stagionali, aspetti socioculturali del comportamento femminile legato alla sessualità. Rispetto all’ereditarietà non ci sono prove al riguardo, anche se si stima che questo fattore possa avere un effetto che può variare dal 30% all’80%.