La psicoterapia e l’ipnosi ericksoniana dispongono di un ventaglio di interventi per la riduzione dell’ansia nelle sue varie forme.
Una componente centrale nella maggior part dei trattamenti consiste nell’apprendimento di metodi per il controllo dell’attivazione psicofisiologica che è all’origine del circolo vizioso dell’ansia. La modificazione del respiro e l’allentamento delle tensioni muscolari sono le prime competenze che la persona soggetta ad ansai deve imparare a sviluppare e mettere in pratica per attenuare i propri sintomi.
Le tecniche ipnotiche consentono al soggetto di prendere consapevolezza del proprio corpo, delle tensioni e del pensiero catastrofico, e permettono di attenuarli tramite visualizzazioni guidate. Al soggetto possono essere insegnate l’autoipnosi e tecniche basate sulla respirazione e sul rilassamento corporeo, in grado di attenuare l’attivazione psicofisica; queste possono essere utilizzate dal paziente in autonomia (attraverso dei comandi post-ipnotici) per tenere sempre sotto controllo il livello di arousal.
Alcune tecniche ipnotiche, come la proiezione nel futuro, sono molto efficaci nel desensibilizzare la persona facendole vivere in trance gli scenari temuti, associandoli con delle sensazioni fisiche totalmente differenti da quelle normalmente esperite. Grazie a questa esperienza, la persona scollega gradualmente il pensiero della situazione temuta da un’attivazione ansiosa che si era instaurata nel tempo.
L’esplorazione ipnotica di eventi passati connotati ad ansia permette di rivederli nei particolari e da una “distanza di sicurezza” che mostra al paziente come il suo stesso comportamento abbia contribuito ad attivare l’attivazione ansiogena, ad esempio attraverso condotte di evitamento e altre strategie adottate per proteggersi.
Inoltre l’ipnosi, che permette l’accesso ad uno stato di coscienza speciale, risulta molto efficace nell’elaborazione e nell’accettazione delle emozioni, in modo che il soggetto posso imparare a viverle senza esterno disagio.
La terapia ipnotica si applica senza grandi difficoltà al disturbo di ansia da separazione. In primo luogo è noto che i bambini e gli adolescenti sono mediamente più suggestionabili rispetto agli adulti. In secondo luogo, il disturbo d’ansia da separazione condivide con i disturbi d’ansia un’eccessiva attivazione del sistema simpatico e una debolezza del parasimpatico, che si collegano ad un insufficiente capacità di rilassamento e di reperimento di strategie di coping di fronte alle situazioni ansiogene.
Tramite tecniche adattate alle particolari caratteristiche del bambino (suggestioni dirette o indirette, metodi di rilassamento tagliati su misura e costruiti con la collaborazione e con la fantasia del soggetto, creazione e uso di immagini in grado di evocare calma e sicurezza), l’ipnosi può innanzitutto ridurre, come già descritto, il livello di attivazione generale, insegnando la paziente a calmarsi; aiuta a focalizzare i sintomi somatici tipici degli eventi di separazione e le situazioni più comuni nelle quali si verificano; inoltre, tramite una desensibilizzazione sistematica in stato di rilassamento o trance, permette di esporre in modo graduale il bambino a immagini e fantasie di separazione sempre più complesse, tenendo contemporaneamente sotto controllo il livello di attivazione, fino a raggiungere, idealmente, il punto in cui le situazioni temute non generano più ansia.
La psicoterapia dell’ansia sociale si attua riducendo innanzitutto il livello generale di ansia con tecniche cognitive, ipnotiche e di rilassamento (Granone, 1989); in secondo luogo interviene sull’immagine di sé attraverso l’approfondimento della consapevolezza e sulla percezione dell’ambiente interpersonale. Può fare uso di tecniche comportamentali (prescrizioni vere e proprie) che sfruttano un approccio molto graduale, e soprattutto tagliato sul soggetto, per ridurre nel tempo la reazione d’ansia alle situazioni temute. In molti casi si utilizzano tecniche immaginative e recupero di ricordi attraverso un training all’ipnosi e all’autoipnosi.
La psicoterapia delle fobie specifiche interviene anch’essa per spezzare il circolo vizioso che le fobie instaurano (fobia-> evitamento -> mantenimento della paura): dapprima si riducono i livelli generali d’ansia, attraverso rilassamento, tecniche immaginative, autoipnosi, training autogeno. Poi, generalmente, si opera sull’oggetto della fobia attraverso un percorso di desensiblizzazione sistematica, nel quale si parte dal semplice immaginare, in veglia o in stato di trance, l’oggetto temuto, procedendo ad un avvicinamento immaginativo graduale allo stesso e mantenendo contemporaneamente sotto controllo l’ansia. Il percorso terapeutico può anche includere prescrizioni comportamentali di tipo strategico (Loriedo et al., 2006).