Ostetricia

Ostetricia

Il parto è un evento dalle implicazioni molto complesse. Nelle future mamme, nell’ultima fase di gravidanza, alle fantasie sul nascituro se ne aggiungono altre sul momento del travaglio e del parto. Spesso a questa esperienza è associata la paura del dolore che si proverà, che viene descritto come uno dei più intensi che si possono provare nel corso della vita.

Epidemiologia

Nel 2014 in Italia ci sono stati circa 500.000 parti (dati ISTAT), il 60% circa in maniera naturale.

Clinica

Il dolore fisico è associato alle contrazioni uterine, alla dilatazione del collo dell’utero e all’estensione dei muscoli perineali che si verificano nel travaglio e nella fase espulsiva. Il dolore del parto ha, come tutti i dolori, anche una componente psicologica legata all’ansia, alle proprie capacità di gestirlo e alla aspettativa del dolore: l’aumento dell’attenzione verso lo stimolo doloroso determina un aumento dell’ansia che provoca un aumento dell’attenzione verso lo stimolo doloroso che si rinforzano a vicenda.

Le future mamme, inoltre, sono spesso riluttanti all’uso di analgesici e all’anestesia epidurale, che in alcuni casi, pur riducendo il dolore, può incidere sulla capacità di spingere in modo efficace.

Eziologia e fisiopatogenesi

Il dolore del parto è legato alla fisiologia del parto, alle modificazioni necessarie alla preparazione della fase espulsiva.

Principi di trattamento

Accanto all’uso di analgesici o antidolorifici, per ridurre o modulare il dolore del parto si può utilizzare l’agopuntura o ricorrere a tecniche di rilassamento quali il training autogeno, lo yoga, il parto in acqua.

Indicazioni cliniche

L’ipnosi, ampiamente utilizzata per il controllo del dolore, può costituire un valido metodo per rendere più piacevole o meno stressante il momento del travaglio e del parto. L’ipnosi durante la gravidanza e il parto è stata praticata per più di un secolo e viene descritta come una delle applicazioni più utili e gratificanti degli interventi ipnotici: il dolore del parto sembra essere uno dei fattori che maggiormente influiscono sull’esperienza delle donne e spesso la scelta di un sollievo farmacologico può rivelarsi difficile. Le esperienze del dolore nel travaglio sono variabili e complesse, ma l’intensità del dolore può essere aggravata dalla paura, dalla tensione e dall’ansia. L’ipnosi può contribuire ad affrontare queste paure e ansie. Sia attraverso incontri individuali con la futura mamma e, se si desidera, anche con il futuro papà che potrà decidere di assistere al parto, sia attraverso un percorso integrato durante i corsi di preparazione al parto, attraverso l’utilizzo dell’ipnosi, la donna viene addestrata con tecniche di autocontrollo del dolore che potrà richiamare ed utilizzare al momento del parto.

L’utilizzo dell’ipnosi per il parto sembra risalire al secolo scorso. In Italia è stata utilizzata da Mosconi (1987), che ha messo a punto un protocollo fatto di otto sedute di gruppo per sei-sette donne tra la fine del settimo e l’inizio dell’ottavo mese di gravidanza.

Il training proposto da Colciaghi e Farano (2003) prevede incontri individuali o di gruppo (da 4 a 10 persone), anche questo a partire dal settimo mese di gravidanza.

In Italia, nella maggior parte dei casi, l’intervento è svolto da un terapeuta privato o all’interno di centri privati di cura per la maternità.

L’ipnosi viene anche utilizzata come trattamento per il controllo dell’iperemesi gravidica, ossia nel controllo del vomito e della nausea nei primi tre mesi di gravidanza, intervenendo nel ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico.

Tecniche ipnotiche

Le procedure ipnotiche per il controllo del dolore permettono il raggiungimento di uno stato di coscienza che consente alla donna di viversi quel momento, di essere presente e nello stesso tempo di non avvertire il dolore nelle parti del corpo interessate. L’esperienza del dolore si modifica attraverso il raggiungimento di sensazioni quali il rilassamento, l’intorpidimento, l’aumento del calore in una zona del corpo. Possono essere differenti in base all’esperienza della persona che abbiamo di fronte, o basarsi su un protocollo standard se la preparazione avviene in gruppo. In soggetti altamente ipotizzabili, laddove non sia possibile l’utilizzo dell’anestesia farmacologica, è possibile utilizzare l’ipnosi anche per il parto cesareo.

Risultati clinici

Preparata attraverso un training specifico, e grazie anche alla maggiore ipotizzabilità mostrata dalle donne in gravidanza, la donna può sperimentare una minore intensità del dolore, dell’ansia ed una buona qualità dell’esperienza della nascita.

Studi condotti sull’uso dell’ipnosi durante il travaglio e il parto hanno mostrato che le donne, addestrate attraverso un training specifico all’utilizzo di tecniche di autoipnosi per indurre analgesia e anestesia possono:

-      ricorrere di meno all’uso di analgesici durante il travaglio; 

-      avvertire un dolore meno intenso durante il parto; 

-      avere tempi inferiori di travaglio e una minore permanenza in ospedale; 

-      avere una riduzione dell’ansia e dello stress; 

-      sperimentare un’esperienza migliore della nascita; 

-      avere in misura minore episodi di emorragia; 

-      avere in misura minore la necessità di episiotomia.

Per quanto riguarda il dolore, sebbene emerga una minore intensità nel dolore percepito dalle donne in ipnosi, i risultati non sono univoci nella soddisfazione nel sollievo del dolore tra donne che hanno ricevuto un trattamento ipnotico e donne trattate con altri metodi. Un vantaggio emerge per le donne che hanno partorito in acqua. Per quanto riguarda l’esperienza della nascita, non sembrano esserci differenze chiare tra donne in ipnosi e non, nella percezione di abilità nel gestire il travaglio (Madden et al., 2012; Madden er al., 2016).

L’ipnosi ha anche un impatto positivo sulla salute del neonato alla nascita: attraversare le fasi del parto con meno difficoltà e fatica provoca un aumento dell’indice di APGAR del feto, che valuta l’adattamento alla vita extrauterina del bambino ovvero la vitalità ed efficienza delle funzioni vitali primarie.

Controindicazioni, precauzioni e profilo di sicurezza

La letteratura scientifica non sembra riportare dati che controindichino l’uso dell’ipnosi nel campo dell’ostetricia. È utile, tuttavia, una valutazione iniziale della donna per accertare eventuali patologie psichiatriche in atto o pregresse. È raccomandabile valutare l’uso dell’ipnosi caso per caso, dal momento che potrebbe ritardare le cure standard oltre alla necessità di una formazione adeguata del personale necessario. È consigliabile anche valutare l’efficacia e la sicurezza dell’ipnosi per l’induzione del parto tra le donne in gravidanza che hanno l’ansia al di sopra di un certo livello.

Considerazioni conclusive sull’ipnosi in ostetricia

Livello di efficacia dell’ipnosi (evidence based): elevato nel ridurre l’uso di analgesici durante il travaglio: vi sono prove di un minore utilizzo di analgesici, ma non di un minore utilizzo dell’epidurale. Sebbene gli studi condotti sull’uso dell’ipnosi per il travaglio e il parto siano molteplici e diano anche risultati molto incoraggianti, spesso sono difficilmente paragonabili a causa delle differenze nel protocollo e nelle variabili misurate. Per questa ragione e per la complessità dell’esperienza, riguardo agli altri risultati ottenuti nei vari studi, sono necessari trials  clinici controllati randomizzati per determinare l’efficacia anche rispetto ad un serie di variabili specifiche, tra le quali la modalità del trattamento (di gruppo o individuale), il numero di sessioni utilizzate, la fase di gestazione nella quale viene fatta la preparazione al parto, la condizione di primipara o multipara.