Neurologia

Neurologia e neuroriabilitazione

Le malattie neurologiche sono l’espressione di una patologia organica e/o disfunzionale a carico del sistema nervoso centrale, sistema nervoso periferico e sistema nervoso autonomo. In aggiunta al vulnus prodotto primariamente dalla lesione organica o disfunzione, fattori psicologici possono significativamente modulare la malattia neurologica, la sua prognosi terapeutica ed il programma di neuroriabilitazione.

Epidemiologia

Le affezioni neurologiche costituiscono una variegata e diffusa fonte di sofferenza e di disagio psicofisico. Recenti indagini epidemiologiche indicano quali più comuni patologie neurologiche: a) patologie cerebrovascolari (e.g. ictus ischemico ed emorragico, prevalenza: 6,5%); b) patologie neurovegetative (e.g., m. di Alzheimer, prevalenza: 5-30% tra il 65 e >85 anni); c) nevralgia erpetica (prevalenza: 13%); e) epilessia (prevalenza: 2-150/100.000); f) m. di Parkinson (prevalenza: 0,3-4%); g) sclerosi multipla (prevalenza: 2-150/100.000); h) distonie (e.g., torcicollo ) (spastico prevalenza: 370/1.000.000).

Cenni patogenetici

La varietà delle patologie riflette la varietà di sedi ( periferiche e/o centrali) e di meccanismi patogenetici implicati ( infiammatori, degenerativi, vascolari, neoplastici, autoimmuni, multipli).

Clinica e diagnosi

La descrizione dei sintomi e segni delle diverse affezioni neurologiche esula dalle finalità di questa trattazione. Deficit sensitivi e motori, disturbi della coscienza e neurocognitivi, dolore neuropatico, disturbi del movimento (e.g., tic, clonie, contratture e atteggiamenti distonici ) rappresentano alcuni tra i più comuni quadri clinici. La diagnosi si basa su una valutazione neurologica/neurochirurgica. integrata da esami strumentali (elettrofisiologici, neuroimaging, ecc).

Il ruolo dell’ipnosi

L’ipnosi ha un suo ambito di applicazione significativo, ancorché misconosciuto, in neurologia e neuroriabilitazione. In aggiunta al dolore neuropatico e ad altre patologie dolorose classicamente considerate in ambito neurologico ( e.g., cefalee primarie, come emicrania  e cefalea tensiva, nevralgia trigeminale, algie cranio-facciali, lombosciatalgia, ecc.), l’ipnosi si rivela utile in: a) diagnostica differenziale tra patologie organiche e funzionali (e.g., epilessia vs sindromi epilettiformi psicogene); b) ottimizzazione delle abilità funzionali persino in condizioni cliniche in cui il recupero completo e/o parziale non sia possibile; c) controllo del dolore e della disabilità associati alla patologia neurologica; d) implementazione delle motivazioni in neuroriabilitazione; e) miglioramento della qualità della vita.

Indicazioni cliniche

Nonostante le notevoli potenzialità del mezzo, l’ipnosi in neurologia e neuroriabilitazione è sfortunatamente sottoimpiegata nella pratica clinica, verosimilmente per la erronea convinzione che le patologie nervose centrali e/o periferiche siano scarsamente sensibili a modulazioni cognitive (come l’ipnosi). Conseguentemente le indicazioni cliniche sono ancora limitate, ma in progressiva espansione.

Le principali indicazioni cliniche riguardano:

  • il dolore neuropatico,nelle sue diverse declinazioni (e.g., cefalee primarie, dolore centrale spinale e sindrome talamica, sclerosi multipla, ecc.);
  • distonie (e.g.torcicollo spastico, movimenti involontari, ecc);
  • neuroriabilitazione, laddove l’ipnosi è in grado di potenziare il recupero funzionale del paziente, migliorando la compliance ai lunghi e spesso decatizzanti trattamenti fisiatrici e riducendone significativamente le tempistiche.

Tecniche ipnotiche

Le tecniche per il trattamento delle disfonie cervicali ( i.e., torcicollo spastico) richiedono trattamenti prolungati, complessi e personalizzati, finalizzati al controllo del dolore (spesso presente ed aggravato dai movimenti limitati del collo e del capo), al cambiamento dell’assetto posturale ed al processo di riabilitazione neuromuscolare, con riequilibrio anatomo-funzionale dei muscoli interessati. In aggiunta alle tecniche di rilassamento muscolare progressivo, l’ ”ipnosi postulare”, ovvero in posizione eretta, finalizzata a contrastare i riflessi tonici del collo responsabili della lateroversione, unitamente alla “scarica” di tensione muscolare del distretto cervicale alla mano (stretta a pugno), rappresentano metodiche innovative ed efficaci che, associate all’autoipnosi, consentono nel lungo periodo un significativo e stabile miglioramento clinico, riducendo il peso invalidante della patologia e ottimizzando la qualità della vita.

In neuroribailitazione, le tecniche ipnotiche sono finalizzate ad implementare le motivazioni dei pazienti neurologi, spesso provati dalla disabilità fisica e dal senso frustrante d’impotenza funzionale, a contrastare i correlati psicopatologici associati (ansia, depressione), ma anche e soprattutto ad ottimizzare il recupero funzionale, laddove è possibile, sfruttando il principio della “risposta sopramassimale" di Emile Coué, ovvero la capacità di elicitare performances sensori-motorie superiori a quelle normalmente ottenibili nello stato di veglia. Infine, l’ipnosi può migliorare la risposta terapeutica alle manovre riabilitative fisiatriche, riducendo il dolore e la spasticità, ove presenti.

Risultati clinici

Gli studi clinici sono limitati ed aneddotici, tranne alcune significative eccezioni, come nella sclerosi multipla, con risultati incoraggianti nel controllo del dolore, della spasticità e della qualità della vita, e nelle distonie. In particolare, l’ipnosi si è rivelata particolarmente efficace nel trattamento del torcicollo spastico, condizione clinica a genesi ancora largamente sconosciuta, fortemente invalidante e considerevolmente associata a correlati psicopatologici (i.e., tratti ossessivo-compulsivi). Il trattamento ipnotico, solitamente di lunga durata, può essere utilmente associato al biofeddback elettromiografico (EMG), finalizzato al riequilibrio anatomo-funzionale dei muscoli dissinergici (solitamente, mm. sterno-cleidomastoideo e trapezio). Il trattamento combinato, ove possibile, migliora la prognosi terapeutica.
Anche in ambito neuroriabilitativo, gli studi sono scarsi ed aneddotici, ma i risultati sembrano essere incoraggiati, soprattutto in ambito di riabilitazione neuromotoria, logopedia e condizione speciali (e.g., controllo sfinteri nei deficit sfinteri da s. di Guillain-Barrè). In conclusione, benché l’evidenza clinica si ancora largamente insufficiente, vi sono significative indicazioni sull’utilità del mezzo ipnotico in casi selezionati di affezioni neurologiche.

Controindicazioni, precauzioni e profilo di sicurezza

In mani esperte, l’ipnosi è una metodica dotata di elevata sicurezza e sostanzialmente priva di effetti collaterali. Non vi è sufficiente evidenza per supportare l’impiego dell’ipnosi nell’epilessia e nel m. di Parkinson. Non si riscontrano controindicazioni assolute nell’uso dell’ipnosi in neurologia; ci sono, invece , una serie di controindicazioni relative. L’ipnosi è sconsigliata nei casi di dolori parossistici ( ad ed., nevralgia del trigemino, cefalea a grappolo) in quanto i pazienti con dolori acutissimi sono scarsamente responsivi al mezzo ipnotico; nei casi di pazienti che presentano motivazioni inadeguate, aspettative dereistiche e/o cospicui “vantaggi secondari” (ad esempio, pazienti che ricavano dalla propria malattia un vantaggio relazionale, coloro che hanno fatto richiesta di indennità economiche, ecc.). Altra controindicazione significativa è rappresentata da tutte quelle patologie neurodegenerative caratterizzate da deficit cognitivi più meno rilevanti.

In neuroriabilitazione, l’uso dell’ipnosi è controindicato nei deficit motori completi (i.e., plegia) e nella afasia sensoriale. È necessario, inoltre, che il trattamento ipnotico sia preceduto da adeguati accertamenti diagnostici ed integrato in un approccio multimodale (farmacologico, fisiatrico, ecc.).

Considerazioni conclusive sull’ipnosi in neurologia e neuroriabilitazione

Livello di efficacia dell’ipnosi (evidence based): non supportato da un’ampia evidenza, ma incoraggiante in casi selezionati.