A distanza di qualche mese, dovendoci misurare ancora con il Covid-19, sollecitato da molte vostre richieste, riprendo a scrivervi dalle pagine de LA BUONA MEDICINA. L'intento torna ad essere quello di voler dare un contributo utile su alcuni aspetti di questo periodo difficile. Siamo come prima e più di prima invasi da una grande quantità di informazioni contraddittorie che generano, a livelli diversi, ansie e insicurezze. I toni di politici, media e scienziati si sono alzati a volte in modo imbarazzante. Rispetto al primo periodo in cui la gente cantava sui balconi, scriveva su striscioni il proprio senso di comunità e solidarietà e le bandiere sventolavano alle finestre, oggi il clima e l'umore generale sono profondamente diversi. La delusione per una vita che torna a livelli di sopravvivenza quando sembrava rifiorire, il ripetersi di restrizioni, isolamento sociale, rinunce a stili di vita diventati parametri loro stessi della qualità della vita generano sentimenti opposti, ma da gestire con cautela. Quella sorta di sindrome del Burnout sociale definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità Pandemic fatigue, può portare da un lato stati di apatia e depressione e dall'altro aggressività e insofferenza. E se questa volta i tempi potrebbero essere più lunghi prima di pensare a tornare alla cosiddetta normalità, ancor più sono presenti le preoccupazioni in merito alla salute e in assenza di un protocollo di intervento, alla loro eventuale gestione. Mi auguro quindi che questo nostro rincontrarci su LA BUONA MEDICINA possa essere un contributo positivo.
Dott. Walter Comello
LA SPERANZA
Il Primo Cavaliere
Pandora, malgrado la sua umana condizione o forse proprio per questa, venne meno alle disposizioni di Zeus che a lei aveva dato fiducia e in consegna un vaso contenente tutto ciò da cui gli uomini dovevano essere tutelati. Per curiosità e solo per quella, un giorno scoperchiò il vaso per scoprirne il contenuto, liberando così tutti i mali del mondo, tra questi gli spiriti maligni della vecchiaia, della gelosia, della malattia, della pazzia e del vizio. Pandora resasi conto del suo grave comportamento cercò di richiudere subito il vaso, ma sul fondo rimase soltanto la speranza che non aveva fatto in tempo ad allontanarsi. Dopo l’apertura del vaso il mondo era diventato un luogo desolato e inospitale simile ad un deserto, fintanto che Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza e fu allora che il mondo riprese a vivere. C'è da chiedersi perché Zeus avesse messo nel vaso la speranza tra i mali del mondo, quando fu poi proprio questa la medicina. Forse non si fidava completamente di Pandora, ma di qualcuno ci si deve pur fidare. Fu così che dandole in consegna il vaso inserì in fondo a questo anche il vaccino che ponesse rimedio ai mali del mondo, in previsione che Pandora, sedotta dalla curiosità, lo aprisse. Pandora fu la prima donna, resa stupenda da Afrodite, abile da Era, alla quale Apollo aveva insegnato la musica e Atena l’aveva vivificata. Anche Ermes aveva regalato qualcosa alla donna, la curiosità. Etimologicamente curiosità è la capacità di tener cura di qualcosa, il curarsi di e questo era l'intento di Ermes... leggi tutto l'articolo